Un cosmetico solare si pone innanzitutto come obiettivo quello di permettere
l’attivazione dei meccanismi fisiologici che innescano l’abbronzatura
minimizzando però, quanto più possibile, i danni causati dall’esposizione
solare. Ma come è possibile questo? Sicuramente mediante una accorta
strategia formulativa che preveda l’utilizzo di filtri solari, ovvero sostanze in
grado di riflettere e/o assorbire le radiazioni, sia UVA che UVB. Oltre a questi
troviamo anche:
- sostanze che, pur non riuscendo ad assorbire le radiazioni UV,
potenziano l’efficacia dei filtri solari presenti in formulazione: i cosiddetti
SPF boosters;
- vitamine come la C e la E, in quanto antiossidanti;
- oli e burri vegetali che rappresentano un prezioso contributo nel
contrastare disidratazione e foto-invecchiamento.
Inoltre, sulle etichette di tali cosmetici, ritroviamo frequentemente alcuni
simboli o diciture, ecco il significato di alcuni tra i più comuni:
- SPF (sunburn protection factor): esprime numericamente la capacità
protettiva di un prodotto nei confronti dell’eritema solare. Viene
valutato ufficialmente mediante test condotti in vivo; si riferisce alla sola
protezione dai raggi UVB.
- UVA: Si tratta di una valutazione in vitro della protezione fornita da un
solare nei confronti di raggi UVA ottenuta determinando la quantità di
raggi che riescono a passare attraverso una sottile strato di campione di
crema solare;
- Water resistant: un prodotto solare è considerato resistente all'acqua se
il valore di SPF misurato dopo l'immersione è almeno il 50% del valore
SPF misurato prima dell'immersione.